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Elisabetta
Gnudi
Angelini
Elisabetta Gnudi Angelini cresce a Roma. All’università, durante gli studi di Economia, conosce un ragazzo di nome Paolo Angelini, la cui famiglia era la proprietaria della casa farmaceutica Angelini, la più grande azienda italiana del settore. Aveva solamente 20 anni quando decisero di sposarsi.
Fin da giovane Elisabetta si dedica all’arte, contribuendo a gestire una casa di produzione teatrale e cinematografica. In quegli anni nascono i suoi 2 figli: Igino e Alessandra.
Negli anni ‘90, dopo la prematura morte del marito, Elisabetta diviene membro del consiglio d’amministrazione della Angelini e nel 1998 decide di vendere la sua parte di azioni e di dedicarsi a qualcosa che le piacesse.
“Dopo i farmaci la migliore droga è il vino”. Si butta quindi a capofitto in una nuova avventura, frequentando i corsi notturni di enologia e agricoltura all’università.
“Il mio sogno era di andare a vivere in campagna. Per questo mi sento una donna fortunata, per aver avuto la possibilità, alla metà della mia vita, di poter scegliere liberamente cosa fare negli anni che mi rimanevano prima della vecchiaia”. Fortunata si, ma Elisabetta non è certamente una donna che ha deciso di trascorrere la seconda parte della propria vita rilassandosi sotto il sole della Toscana.
Nel 1997 compra Borgo Scopeto, una tenuta nel Chianti Classico. Un paio d’anni dopo, nel 1999, diviene proprietaria di Caparzo, una storica azienda vinicola di Montalcino, di cui si era già innamorata un paio d’anni prima e la cui vendita era stata rallentata dalla presenza di ben 13 soci. Infine nel 2002 le se prospetta l’occasione di acquistare Altesino, una delle aziende vinicole più prestigiose di Montalcino, e non se la fa sfuggire di mano.
Nonostante sia relativamente giovane nel panorama dell’industria vinicola, Elisabetta Gnudi Angelini ha dimostrato fin dall’inizio di non aver alcuna paura a scuotere gli equilibri pregressi nelle aziende acquisite. “Non fui per nulla intimidita. Divenni vedova quando i miei figli erano piccoli e da allora li ho cresciuti da sola. Di solito sono sorridente, ma quando mi arrabbio tutti se ne accorgono”. Fu così che decise di prendere e “rifare” tutto, vigneti compresi, con i criteri più moderni e senza badare a spese, con la consulenza di alcuni tra i più affermati enologi e agronomi d’Italia. Da allora “quello che muove tutto è la passione per il vino, che ogni anno deve essere più perfetto di quello prima”.
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