Il Castello di Meleto si erge maestoso nell'incantevole paesaggio chiantigiano al termine di un piacevole viale fiancheggiato da cipressi e ginepri. La struttura sorge in mezzo ai campi e alle vigne baciate dal sole, poco lontano dalla linea di confine tra le antiche Repubbliche di Siena e di Firenze.
Il Castello apparteneva ai Monaci Benedettini della Badia a Coltibuono e il nome "Meleto in Chianti" è citato, per la prima volta nel 1269, nel "Libro degli Estimi" dei Guelfi fiorentini, come proprietà della famiglia di Rainerii de Ricasolis. La famiglia Ricasoli, nel corso dei secoli, ne ha ampliato ed abbellito la struttura: oggi il Castello conserva da un lato le massicce fortificazioni quattrocentesche, con l'imponente torre cilindrica costruita per sfuggire alle artiglierie, dall'altro la grazia signorile della villa nobile, con le sue stanze arredate e decorate.
Il primo feudatario del castello risulta essere stato un certo Guardellotto. Quest'ultimo fu spogliato di tutti i suoi beni a causa di contrasti sorti con l'imperatore Federico I Barbarossa, il quale affidò Meleto alla locale famiglia dei Firidolfi, già insediati in altri castelli della zona. Da qui ebbe origine il ramo dei Firidolfi detto appunto "da Meleto", mentre un'altra divisione della famiglia dette vita a quello dei Ricasoli Fibindacci che legheranno fortemente il loro nome alla storia di questi luoghi del Chianti.
All'interno dell'albero genealogico dei Ricasoli Firidolfi, i discendenti di Ranieri (doc. 1247-1268) si chiamarono dunque "da Meleto" ed ebbero, per divisione ereditaria, i castelli di Meleto, Moriano, Monteluco e Montegonzi, tutti rappresentati ai piedi dell'albero. La discendenza proseguì con Rinaldo (morto nel 1318), cui seguì Ranieri, poi di nuovo un Rinaldo ed infine Andrea (morto nel 1457).Il più importante dei figli di Andrea fu senz'altro Ranieri, come rivela il medaglione circondato da un nastro e unito a quello del padre tramite lo stemma dei Ricasoli di Meleto (leone rampante su campo fasciato).
Il ramo di Ranieri (1417-1489) proseguì con molti figli fra cui Simone (1460-1527), compagno di studi e amico di Lorenzo il Magnifico. Ranieri fu bisnonno di Giuliano Ricasoli. Nel settembre del 1529, negli stessi giorni in cui la diplomazia fiorentina falliva la sua missione a Roma, e l'imperatore invitava l'Orange a temporeggiare, da parte loro i senesi mossero battaglia contro i possedimenti fiorentini nel Chianti.Il 29 settembre si arrendeva il castello di Brolio. Filippo e Geremia Ricasoli, che lo difendevano, furono catturati, e su di loro venne posto un grosso riscatto. Nelle settimane seguenti le milizie senesi saccheggiarono tutto il Chianti, assediando Meleto e conquistando Radda e Castellina.
Nel 1529 il castello di Meleto resistette vittoriosamente all'assedio delle truppe imperiali e infine, mai distrutto da assedi e battaglie, nel 1700 venne trasformato in villa. La proprietà rimase della famiglia Ricasoli fino al 1968, anno in cui Gianni Mazzocchi, imprenditore visionario con una passione per il mondo vitivinicolo, lanciò una pubblica sottoscrizione per acquisire la proprietà del castello e di altre a esso annesse. Tra il 1968 e il 1972 iniziò un'importante opera di trasformazione agraria durante la quale vennero impiantati 180 ettari di vigneto e costruita una grande cantina di vinificazione, all'epoca considerata all'avanguardia e che ancora oggi mantiene la propria struttura caratteristica e originaria.