Cantine


"Sono nato a Empoli, a pochi chilometri da Firenze, e fin da subito il mio rapporto con il mondo rurale è stato parte integrante del mio vivere quotidiano perché ho vissuto, fin da piccolo, la vita delle colline della mia terra.

Conseguito il diploma di Perito Agrario, ho proseguito il mio percorso formativo laureandomi in Viticoltura ed Enologia all'Università di Firenze, con una tesi in viticoltura. Per approfondire gli aspetti enologici, ho anche seguito corsi di perfezionamento alla Facoltà di Enologia di Bordeaux, in particolare sulle tecniche di produzione e di analisi sensoriale. Da sempre stimolato dal confronto con altre realtà vitivinicole, ho fatto esperienze lavorative in California, alla Robert Mondavi Winery e, successivamente, in Nuova Zelanda, alla Villa Maria Estate. La curiosità della scoperta mi ha quindi portato a viaggiare in molte zone e Paesi produttori di vino, per capirne la storia, le peculiarità e le persone che in questo settore operano.

Dall'anno 2000 opero come consulente enologo, collaborando a molti progetti dislocati in varie regioni italiane di pregio. Questo mi ha permesso di lavorare ogni giorno con situazioni molto diverse, stimolanti e di grande responsabilità. Attualmente sono membro delle commissioni di assaggio per i vini DOC e DOCG presso le Camere di Commercio di Firenze, Prato e Siena. Il lavoro per creare un grande vino inizia nel vigneto: solo attraverso uve di qualità è possibile avere una produzione di pregio. Credo in un'enologia rispettosa della materia prima, poco invasiva e che abbia come obbiettivo quello di soddisfare il consumatore. Il mio obbiettivo è sempre stato quello di esaltare in ogni vino le radici del territorio, la tipicità del vitigno e l'unicità di coloro che lo producono. Produrre vini di pregio, con carattere e nel pieno rispetto dell'ambiente, è la missione di chi, come me, ama il vino. L'enologo, infatti, è uno strumento che, grazie alle sue conoscenze tecniche, alla sua sensibilità degustativa e alla sua esperienza professionale, deve interpretare la filosofia e le aspettative del cliente per poter produrre un vino che sia espressione del territorio, del vitigno, del produttore e al tempo stesso che sia al più possibile apprezzato. Il vino deve parlare del cliente e del suo territorio: dietro ad ogni etichetta c'è una storia e ci sono gli uomini che l'hanno prodotto. Niente, infatti, nasce per caso".

Sono molti i vini prodotti sotto la sua consulenza che hanno ottenuto importanti riconoscimenti nell'ambito delle maggiori riviste specializzate nazionali e internazionali. Tra questi: Oltre 90/100 su Wine Spectator con Fattoria di Piazzano, Casa di Terra e Piaggia. Oltre 90/100 su Wine Advocate con Piaggia, Giampaolo Tabarrini, Sassotondo e Moris Farms.

> Scopri di più
sul terroir Gaiole in Chianti

Il Castello di Meleto si erge maestoso nell'incantevole paesaggio chiantigiano al termine di un piacevole viale fiancheggiato da cipressi e ginepri. La struttura sorge in mezzo ai campi e alle vigne baciate dal sole, poco lontano dalla linea di confine tra le antiche Repubbliche di Siena e di Firenze.

Il Castello apparteneva ai Monaci Benedettini della Badia a Coltibuono e il nome "Meleto in Chianti" è citato, per la prima volta nel 1269, nel "Libro degli Estimi" dei Guelfi fiorentini, come proprietà della famiglia di Rainerii de Ricasolis. La famiglia Ricasoli, nel corso dei secoli, ne ha ampliato ed abbellito la struttura: oggi il Castello conserva da un lato le massicce fortificazioni quattrocentesche, con l'imponente torre cilindrica costruita per sfuggire alle artiglierie, dall'altro la grazia signorile della villa nobile, con le sue stanze arredate e decorate.

Il primo feudatario del castello risulta essere stato un certo Guardellotto. Quest'ultimo fu spogliato di tutti i suoi beni a causa di contrasti sorti con l'imperatore Federico I Barbarossa, il quale affidò Meleto alla locale famiglia dei Firidolfi, già insediati in altri castelli della zona. Da qui ebbe origine il ramo dei Firidolfi detto appunto "da Meleto", mentre un'altra divisione della famiglia dette vita a quello dei Ricasoli Fibindacci che legheranno fortemente il loro nome alla storia di questi luoghi del Chianti.
All'interno dell'albero genealogico dei Ricasoli Firidolfi, i discendenti di Ranieri (doc. 1247-1268) si chiamarono dunque "da Meleto" ed ebbero, per divisione ereditaria, i castelli di Meleto, Moriano, Monteluco e Montegonzi, tutti rappresentati ai piedi dell'albero. La discendenza proseguì con Rinaldo (morto nel 1318), cui seguì Ranieri, poi di nuovo un Rinaldo ed infine Andrea (morto nel 1457).Il più importante dei figli di Andrea fu senz'altro Ranieri, come rivela il medaglione circondato da un nastro e unito a quello del padre tramite lo stemma dei Ricasoli di Meleto (leone rampante su campo fasciato).

Il ramo di Ranieri (1417-1489) proseguì con molti figli fra cui Simone (1460-1527), compagno di studi e amico di Lorenzo il Magnifico. Ranieri fu bisnonno di Giuliano Ricasoli. Nel settembre del 1529, negli stessi giorni in cui la diplomazia fiorentina falliva la sua missione a Roma, e l'imperatore invitava l'Orange a temporeggiare, da parte loro i senesi mossero battaglia contro i possedimenti fiorentini nel Chianti.Il 29 settembre si arrendeva il castello di Brolio. Filippo e Geremia Ricasoli, che lo difendevano, furono catturati, e su di loro venne posto un grosso riscatto. Nelle settimane seguenti le milizie senesi saccheggiarono tutto il Chianti, assediando Meleto e conquistando Radda e Castellina.

Nel 1529 il castello di Meleto resistette vittoriosamente all'assedio delle truppe imperiali e infine, mai distrutto da assedi e battaglie, nel 1700 venne trasformato in villa. La proprietà rimase della famiglia Ricasoli fino al 1968, anno in cui Gianni Mazzocchi, imprenditore visionario con una passione per il mondo vitivinicolo, lanciò una pubblica sottoscrizione per acquisire la proprietà del castello e di altre a esso annesse. Tra il 1968 e il 1972 iniziò un'importante opera di trasformazione agraria durante la quale vennero impiantati 180 ettari di vigneto e costruita una grande cantina di vinificazione, all'epoca considerata all'avanguardia e che ancora oggi mantiene la propria struttura caratteristica e originaria.
I vitigni disponibili
in Gaiole in Chianti
Castello di Meleto