Cantine


Francesco Marone Cinzano può essere definito il “viticoltore dei Due Mondi”, infatti, oltre a condurre da più di trent’anni la Tenuta Col d’Orcia (rilevata nel 1973 dal padre Alberto e che si estende per 142 ettari), parallelamente produce vino in Cile con un’altra sua azienda: Viña La Reserva de Caliboro. Francesco Marone Cinzano è nato a Losanna il 21 marzo 1959, è sposato, ha 3 figli ed è residente a Siena dal 2005. Ha vissuto e lavorato a Ginevra, Londra, New York, Sidney, Barcellona e Santiago del Cile. La sua vita professionale inizia all’età di 18 anni nel settore delle vendite all’asta di oggetti d’arte e, in seguito, a partire dal 1981, nel settore bancario, sulle piazze di New York e Londra per poi entrare nell’azienda Cinzano, dove, a partire dal 1982 presso Cinzano Australia, ha ricoperto varie cariche nel settore commerciale e nel marketing. Dal 1992, dopo aver ereditato da suo padre la Tenuta Col d’Orcia, è diventato proprietario e presidente dell’Azienda.
La vita di Francesco Marone Cinzano è profondamente legata alla lunga tradizione vinicola di famiglia, che ebbe inizio nel XVII secolo in Piemonte. Per più di 400 anni il nome della famiglia Cinzano fu infatti sinonimo nel mondo di vini di alta qualità. Egli è dunque l’erede naturale di una tradizione secolare di famiglia, testimone di principi e valori antichi a cui si sente profondamente legato. Considera il vino come un’autentica passione, cercando di unire al meglio soluzioni innovative con le solide tradizioni di famiglia: ne sono testimonianza le numerose collaborazioni con le Università di Firenze e di Milano con il Prof. Attilio Scienza. Alla perenne ricerca di eccellenza e innovazione, per lui qualità significa ricerca, sperimentazione e sviluppo.

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sul terroir Poggio al Vento
Col d’Orcia è una delle aziende storiche di Montalcino. La discendenza odierna risale almeno al 1890, data in cui documenti ufficiali mostrano che la Famiglia Franceschi, originaria di Firenze, acquistò la proprietà, poi conosciuta come Fattoria di Sant’Angelo in Colle. Nel 1933 la Fattoria di Sant’Angelo in Colle presentò i suoi Brunelli alla “esposizione di vini” (Prima Mostra dei Vini d’Italia) tenutasi a Siena, una delle prime fiere commerciali nate in Italia, decine di anni prima che il Brunello divenisse un vino prezioso (di prima classe) a livello internazionale. 


I fratelli Leopoldo e Stefano Franceschi ereditarono la proprietà e conseguentemente divisero le loro parti nel 1958. Le condizioni della separazione proibirono ad entrambi di usare il preesistente nome Fattoria di Sant’Angelo in Colle. Leopoldo Franceschi battezzò la sua tenuta Il Poggione, il terreno dove la cantina omonima è collocata ancora oggi. Attualmente i nipoti dei Franceschi, Leopoldo e Livia, sono i proprietari de Il Poggione. Stefano Franceschi chiamò invece la sua azienda Col d’Orcia (collina sull’Orcia) dal nome del fiume che scorre attraverso la proprietà. Più tardi Stefano Franceschi s’imparentò tramite matrimonio con la famiglia reale dell’allora futuro Re di Spagna Juan Carlos. Lui e la moglie non ebbero figli, e nel 1973 Stefano Franceschi vendette la sua proprietà alla famiglia Cinzano, originaria del Piemonte. La famiglia Cinzano era già attiva nel commercio dei liquori, e usufruì della già estesa rete di vendita per immettere nel mercato le prime annate di Col d’Orcia. Al tempo dell’acquisto da parte dei Cinzano, Col d’Orcia coltivava anche una varietà di colture, tra cui grano, tabacco, olive e uva: a testimonianza di questo, uno dei principali edifici è il mulino della vecchia Fattoria di Sant’Angelo in Colle. Nel 1973 vi erano appena pochi ettari dedicati all’uva, che vennero estesi durante quest’epoca sotto la disposizione del Conte Alberto Marone Cinzano e raggiunsero i 70 ettari ai primi degli anni ‘80. Nel 1992 il figlio del Conte Alberto Marone Cinzano, Francesco, prese la presidenza dell’azienda, continuando a estendere la superficie vitata fino a raggiungere i 140 ettari odierni, di cui 108 destinati alla produzione di Brunello, che fanno di Col d’Orcia il terzo produttore di Brunello a Montalcino.

In questi ultimi anni, il Conte Francesco Marone Cinzano ha supervisionato una graduale e quieta conversione all’agricoltura biodinamica, un esempio di numerose decisioni dettate dalla qualità che caratterizzano Col d’Orcia e la differenziano da altri grandi produttori di Montalcino.
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