Cantine


Marilisa Allegrini è senza dubbio uno degli ambasciatori più importanti del vino italiano nel mondo. Questo grazie senza dubbio alla qualità e allo spirito dei suoi vini, che hanno contribuito in maniera decisiva all’affermazione dell’Amarone a livello internazionale, ma anche alla determinazione e al fascino di questa bellissima donna, una fuoriclasse solitaria, che le cose preferisce farle da sola e che ha moltiplicato le dimensioni della sua azienda di famiglia distinguendosi per le proprie spiccate doti imprenditoriali. Un mix di visione e intraprendenza, in parte ereditato da un grande personaggio della Valpolicella quale Giovanni Allegrini, padre di Marilisa e grande innovatore, che fu uno dei precursori di quest’affascinante storia imprenditoriale. Dal 1983, anno della sua scomparsa, Marilisa è l’anima e il volto dell’azienda insieme al fratello Franco, enologo. Marilisa nasce e cresce a Verona. Pur essendo il vino scritto nel suo destino, dopo la maturità decide di dedicarsi alla medicina, lavorando qualche anno come fisioterapista presso l’ospedale della sua città. A partire dal 1979 sceglie tuttavia di seguire le orme di famigli e così affiancare il padre Giovanni nella gestione dell’azienda. La voglia di viaggiare sarebbe tanta e Marilisa, già conscia delle sue qualità imprenditoriali, vorrebbe partire per far conoscere la Valpolicella nel mondo. Non passa molto. Nel 1983, pochi mesi dopo la scomparsa dell’amato padre, decide di partire per Zurigo, nella sua prima missione commerciale all’estero. Ma la vera svolta è di là da venire. Non ci vorrà tuttavia molto. Qualche settimana dopo è infatti la volta degli Stati Uniti. New York, Boston, Chicago. In poche settimane va a trovare tutti i maggiori liquor stores della East Coast. Secondo lei un grande vino come l’Amarone per affermarsi definitivamente avrebbe dovuto imporsi negli Stati Uniti. Ci aveva visto giusto. Dopo un mese e mezzo arrivò infatti un ordine di 200.000 casse proprio dagli Stati Uniti. Fu l’inizio della svolta. Di lì a poco, con Marilisa sempre in giro per il mondo guidata dalla sua passione e determinazione tutta femminile, il fatturato raddoppiò, arrivando nel 1990 a un miliardo di lire. Nel 2002, decide d’investire a Bolgheri, un territorio unico e patria dei supertuscan, nella Tenuta di Poggio al Tesoro. Nel 2007 è la volta di Montalcino, con l’acquisto di San Polo e l’avverarsi di un sogno: la creazione in un magnifico trittico dell’eccellenza vinicola italiana nel mondo: Amarone, Bolgheri e Brunello di Montalcino. Marilisa oggi vive tra Verona e New York, sua patria adottiva ormai da diversi anni.

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sul terroir Bolgheri

Bolgheri non poteva essere che l’avverarsi di un sogno: mettere radici in un celebre territorio da cui prendono forma e anima grandi vini, capaci di appassionare un pubblico cosmopolita.

La nostra è stata una lenta tappa d’avvicinamento, dove la conoscenza del ”sentito dire” si è trasformata in sensazioni, curiosità, approfondimenti, meraviglia e, infine, in un solido e concreto progetto: Poggio al Tesoro. L’eccezionale valore dell’area, unito alla nostra esperienza, ha reso possibile la promessa di Poggio al Tesoro: offrire vini di forte identità, capaci di esprimere complessità e potenza, eleganza e profondità. Così, in pochissimi anni e moltissimo lavoro, ha preso forma e vita Poggio al Tesoro, 70 ettari circa di ambita terra bolgherese.

Poggio al Tesoro deve molto alla lungimiranza di Walter Allegrini, il vignaiolo della Valpolicella amante di Bolgheri ed entusiasta precursore dell’arrivo in Toscana. Da sempre impegnato in prima persona nella conduzione viticola dell’azienda di famiglia, Walter ha saputo intuire l’importanza di un territorio la cui specificità poteva essere ulteriormente sperimentata e valorizzata. Al momento dell’acquisto dei poderi dell’attuale Tenuta, scelse sia appezzamenti vicini al mare che altri più a ridosso della collina, puntando con lungimiranza sulla diversificazione del terroir e delle colture.

Fin dall’inizio ci stava a cuore il pensiero che sempre ha animato il nostro profilo di viticoltori: cercare l’unicità. Unicità che abbiamo saputo trovare in quattro appezzamenti identificativi di quest’area, ma capaci assieme di svelarne la particolarità, di porsi come specie originale di un medesimo, grande terroir. I 70 ettari della Tenuta Poggio al Tesoro si collocano in una zona geografica riparata ad Est dai colli di Castagneto Carducci e ricoperta dalla tipica vegetazione mediterranea, con prevalenza di querce da sughero, corbezzoli, pini domestici e marittimi. Una delle principali attività è stata lo studio preliminare dei terreni e del clima, che ha consentito di piantare i vitigni più idonei alle specifiche condizioni pedoclimatiche. La proprietà attualmente vitata è costituita da quattro appezzamenti: due lungo la Via Bolgherese; il più esteso in località Le Sondraie, vicinissimo al mare; il quarto nel comune di Bibbona.

Il programma d’impianto dei vigneti della Tenuta, iniziato nel 2003, ha visto la scelta delle varietà e dei portainnesti fortemente condizionata dalle caratteristiche pedologiche e ambientali delle diverse zone di Poggio al Tesoro. I terreni caratterizzati da sabbie ricche di scheletro sono stati scelti per coltivare vitigni che esprimono concentrazione e potenza, come il Cabernet Sauvignon ed in particolare il Cabernet Franc. Nei terreni argillosi e ricchi di minerali sono stati impiantati invece vitigni come il Merlot, nei quali si ricercano l’eleganza, i profumi e l’armonia.
I vitigni disponibili
in Bolgheri
Poggio al Tesoro