Terroir

Barolo
Gattera
ESTENSIONE AREA: 1 ettaro.

COMPOSIZIONE GEOLOGICA DEL TERRENO: Terreno tortoniano; argilloso e poco calcareo, conferisce eleganza e complessità al vino. Presenza di ossidi di magnesio e manganese che agevolano la maturazione di tannini fitti e morbidissimi.

ALTEZZA SUL LIVELLO DEL MARE: 250-300 m

ESPOSIZIONE: Sud-Est, Sud-Ovest.

TIPOLOGIA DI ALLEVAMENTO: Guyot.

CANTINA: Cordero di Montezemolo

WINEMAKER: Alberto Cordero di Montezemolo



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Il Barolo di La Morra, tra tutti quelli prodotti in Langa è noto per la sua finezza ed eleganza, per le sue note fruttate, per la sua immediatezza, tutte caratteristiche che lo rendono pronto e di conseguenza apprezzabile prima dei suoi “compagni” provenienti dagli altri comuni della denominazione, in particolare da quelli di Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba.

Tuttavia non tutto il Barolo di La Morra è uguale; assieme a Bricco Rocca e a Conca dell’Annunziata, Gattera, cru di circa 1 ettaro, costituisce certamente il trittico delle zone meglio vocate del Barolo dell’Annunziata, nel comune di La Morra. Questo vigneto, situato ai confini con il comune di Castiglione Falletto, produce dei vini che esulano un poco dagli stereotipi che spesso vengono associati al Barolo di La Morra, ovvero vini pronti rapidamente (sempre ragionando sui tempi di un Barolo), non molto strutturati e dalla non grandissima longevità. Questo perché in questo punto geografico s’intersecano e sovrappongono le due tipologie di sottosuolo che caratterizzano i territori e le identità del Barolo, ovvero i suoli Tortoniani, associabili appunto ai comuni di La Morra, Verduno, Novello ed in parte Barolo, e quelli Elveziani, caratteristici di Castiglione Falletto, Monforte e Serralunga.
In generale si può concludere dicendo che il Barolo proveniente da questo cru unisce l’eleganza e la morbidezza tipiche del terreno Tortoniano, di cui è prevalentemente composto, ad una struttura decisamente importante, tipica dei confinanti terreni Elveziani di Castiglione Falletto, che lo porta a supportare un discreto invecchiamento.

Per disciplinare il Barolo D.O.C.G è fatto al 100% con uve Nebbiolo e necessita di un invecchiamento minimo di 38 mesi, 18 dei quali in botte; dopo 60 mesi (5 anni) si può invece fregiare dell'appellativo "Riserva".

I vini che si ottengono sono marcatamente alcolici e con una struttura adatta a regalare emozioni uniche in seguito ad un lento invecchiamento.




Agli inizi del secolo XIX, un eminente enologo francese, il conte Oudart, arrivò nella zona delle Langhe su invito della Marchesa Falletti di Barolo e del Conte di Cavour Camillo Benso, sindaco del comune di Grinzane. Il tecnico francese, dopo essersi informato sui vigneti ivi presenti, suggerì di vinificare l'uva Nebbiolo "secondo lo stile di Bordeaux". Questo significava vinificare cercando di ottenere un vino di corpo, ben strutturato, definito e dal gusto secco, che nulla avesse a che fare con le versioni dolci, se non addirittura gassate, ottenute e prodotte sino ad allora.

Le colline del Barolo sono di origine alluvionale marina e formate circa 10 milioni di anni fa. Geologicamente si riscontrano due principali tipi di terreno che fanno capo a due aree ben distinte: il Tortoniano e l'Elveziano. Il primo, che partendo da Verduno passa per la Morra, Barolo, per poi infine arrivare a Novello è caratterizzato da marne grigio-bluastre. Il secondo, che si sviluppa sull'asse Serralunga-Castiglione Falletto-Monforte, presenta dei depositi di sabbie compatte grigio-giallastre. La tradizione dice che il Barolo proveniente dal terreno Tortoniano è elegante, mediamente alcolico e di profumo intenso, mentre dal terreno Elveziano si ottiene un Barolo più austero, alcolico e adatto all'invecchiamento. Dalle analisi del terreno si evince come nella valle facente capo a Serralunga ci sia un maggiore contenuto in ferro, mentre la valle facente capo a Barolo presenta più elevati contenuti di ossido di magnesio e manganese.

Il vitigno disponibile
in Gattera - Cordero di Montezemolo