Terroir

Brunello di Montalcino
Castiglione
dell'Abate
ESTENSIONE AREA: 14 ettari.

COMPOSIZIONE GEOLOGICA DEL TERRENO:
Argilla mescolata al sodio, tufo e sabbia silicia, massi di calcare corroso e arenaria.

ALTEZZA SUL LIVELLO DEL MARE: 300m

ESPOSIZIONE: Sud-Est; Sud; Sud-Ovest.

TIPOLOGIA DI ALLEVAMENTO: Guyot

CANTINA: Podere Le Ripi

WINEMAKER: Francesco Illy



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sull'azienda Podere Le Ripi


Qui, nelle vicinanze della famosa abbazia del VIII secolo di Castelnuovo dell’Abate, a Sud-Est di Montalcino, sorge il podere Le Ripi, una zona da sempre molto vocata per la conformazione delle proprie terre e la posizione geografica. Il suolo è composto da diversi elementi, con una presenza di argilla spesso mescolata al sodio (motivo per cui spesso questa è salata), tufo e sabbia silicia compressi dalle pressioni geologiche, massi di calcare corroso da secoli di maree e dalle acque dei fiumi e arenaria beige, che quando è più giovane assume una tonalità bluastra. Un insieme dunque armonico, con la presenza di tutti i generi di minerali possibili, a cui probabilmente si aggiungono sedimenti di detriti vulcanici, dati dalla presenza nelle vicinanze del monte Amiata, un antico vulcano che dista solamente 7 miglia nautiche.

Proprio il monte Amiata, che si trova a 1.738 metri sul livello del mare, scherma i vigneti dalle perturbazioni provenienti dal mare. Questa grande montagna nel centro della Toscana, che fino a 700.000 anni fa era un vulcano, ha una forte influenza sul modo in cui il tempo meteorologico si muove nella zona. Le nuvole tendono infatti a “muoversi intorno” all’Amiata, così molto spesso piove, o peggio grandina tutto intorno ma non qui. L’Amiata, che origina freschi venti discendenti di notte e venti termici ascendenti di giorno è inoltre responsabile, insieme alla particolare esposizione delle vigne poste sui declivi verso il fiume Orcia, della particolare escursione termica di cui si gode nella zona. Nelle aree circostanti non è normale avere notti di 18°C (64°F) e giorni di 35°C (95°F), ma a Castiglione dell’Abate succede ogni estate, rendendo l’uva più aromatica e favorendo una maturazione piuttosto regolare del grappolo.



Per disciplinare il Brunello di Montalcino D.O.C.G. è fatto al 100% con uve Sangiovese, deve essere sottoposto a un periodo di affinamento di almeno due anni in contenitori di rovere di qualsiasi dimensione e non può essere immesso al consumo prima del 1° Gennaio dell’anno successivo al termine di cinque anni calcolati considerando l’annata della vendemmia. Può portare come qualificazione la dizione “Riserva” se immesso al consumo successivamente al 1° Gennaio dell’anno successivo al termine di sei anni, calcolati considerando l’annata della vendemmia.

La storia del Brunello nasce nel Medioevo, quando Montalcino, per la sua posizione sulla Via Francigena e per il fatto di essere porto franco, divenne un importante crocevia di merci e persone dirette a Roma. Fu così che, avendo tra i suoi viandanti, imperatori, nobili, papi e cardinali provenienti da tutta Europa e abituati ai vini più raffinati, il commercio del vino del posto si moltiplicò gradualmente.
All’inizio si chiamava Moscadello e, dal Seicento in poi, proprio nell’ottica di soddisfare palati sempre più raffinati, questi si evolse in un vino in grado d’invecchiare quattro o cinque anni in botte: il Brunello. Da allora cominciò a farsi conoscere sempre più in tutta Europa e arrivarono, numerosi, i primi premi internazionali. L’espansione fu tuttavia bruscamente frenata nei primi anni ’60 da un lato dall’abolizione della mezzadria e dai suoi effetti economici sui grandi proprietari terrieri, dall’altro dalla costruzione dell’Autostrada del Sole, che in pochi anni svuotò la cittadina di Montalcino del passaggio costante di viandanti. Ci vollero dieci anni, ma presto la situazione migliorò, con importanti investimenti dal lato della produzione da parte di vecchi e nuovi imprenditori e un costante lavoro di squadra tra produttori, società civile e istituzioni al fine di sostenere il turismo e il vino; un insieme di fattori che favorirono il boom del Brunello, facendolo diventare un’icona mondiale negli anni ’80.
Nel 1980 il Brunello è la prima D.O.C.G. d’Italia e negli stessi anni inizia un’importante politica di marketing con decine di eventi all’estero per promuovere l’immagine di questo grande vino, contribuendo ad accrescerne ancor di più l’appeal a livello globale. Un successo che si tramanda ancora oggi immutato sulle tavole e nelle cantine più prestigiose del mondo.

Il vitigno disponibile
in Brunello di Montalcino - Castiglione dell'Abate